Quando è mobbing sul lavoro?

Nel momento in cui chiediamo quando è mobbing sul lavoro, probabilmente è perché sul lavoro veniamo sopraffatti dagli abusi e vorremo dimostrarlo.

Prima di approfondire, noi di LavoroDoc cerchiamo di analizzare la parola “mobbing”, che deriva dall’inglese “To Mob”, e si intende una serie di comportamenti aggressivi e persecutori messi in atto sul luogo di lavoro con l’obiettivo di emarginare e colpire la vittima. 

Inizialmente il mobbing, era studiato solo da psicologi e sociologi, ma, con il passare del tempo e l’aumento dei casi, il fenomeno è riuscito a trovare posto anche nelle aree di tribunale.

che cos’è il mobbing sul lavoro?

Che cos’è il mobbing? Il termine mobbing si riferisce a una forma di molestia psicologica o abuso emotivo che si verifica in un ambiente lavorativo. È caratterizzato da comportamenti ostili, quali intimidazioni, umiliazioni, e isolamento, diretti in modo sistematico verso un individuo da parte di colleghi o superiori. Questa pratica può avere gravi ripercussioni sulla salute mentale e fisica della vittima. Per come dimostrare il mobbing, è fondamentale raccogliere prove concrete delle azioni ostili, come email, testimonianze di colleghi, registrazioni e documentazione delle conseguenze sulla salute. È importante anche consultare un legale specializzato in diritto del lavoro per guidare la vittima attraverso il processo legale e ottenere giustizia.

Quando è mobbing sul lavoro: le 2 tipologie 

Oggi vedremo quando è mobbing sul lavoro. Ovviamente le condotte che riportano all’abuso sul lavoro sono innumerevoli. Tra le più note possiamo trovare:

  1. Il lavoratore si ritrova – senza capirne il reale motivo – escluso dal gruppo, venendo ad esempio ricollocato non solo in una posizione lavorativa particolarmente scomoda, ma venendo escluso anche da riunioni, corsi di aggiornamento eccetera.
  2. La vittima si ritrova spesso ad essere la protagonista di pessime battute e pettegolezzi poco piacevoli sul suo conto. 
  3. La vittima si ritrova improvvisamente a compiere delle mansioni che possono essere dequalificanti. 

Se ti stessi chiedendo: “come capire se si tratta di mobbing?”, quelli sopra citati sono solo alcuni esempi di casi di mobbing sul lavoro.

Nei casi più gravi, la vittima potrebbe ritrovarsi non solo ad essere licenziata senza motivo, ma anche a subire delle violenze fisiche o psicologiche (anche a sfondo sessuale).

Il mobbing si divide in due tipologie: verticale e orizzontale.

Il fenomeno del mobbing, un serio problema nelle dinamiche lavorative moderne, si manifesta principalmente in due forme distinte: il mobbing verticale e il mobbing orizzontale. Nel mobbing verticale, la molestia o l’abuso proviene da individui che occupano posizioni gerarchiche superiori, come dirigenti o supervisori, nei confronti dei loro subordinati. Questa forma di mobbing è spesso caratterizzata da abusi di potere, decisioni arbitrarie, e una comunicazione oppressiva.

D’altra parte, il mobbing orizzontale si verifica tra colleghi che condividono lo stesso livello gerarchico. Questo tipo di mobbing include comportamenti come pettegolezzi, esclusione sociale, e sabotaggio professionale. Entrambe le tipologie di mobbing hanno impatti profondamente negativi sul benessere psicologico e sulla produttività dei lavoratori, rendendo essenziale la loro identificazione e gestione tempestiva all’interno delle organizzazioni.

Cosa si intende per mobbing verticale?

Si parla di mobbing verticale, quando gli atteggiamenti persecutori colpiscono più membri della scala gerarchica. Da qui possiamo trovare altre due categorie:

  1. Mobbing discendente:  si parla di mobbing discendente quando gli atteggiamenti vessatori, sono posti in essere dal datore di lavoro (in questo caso si parla di “bossing”).
  2. Mobbing ascendente: il caso opposto al mobbing discendente in quanto in quest’ultimo caso, è il lavoratore a mettere in atto degli atteggiamenti vessatori nei confronti di un suo superiore. 

Cosa si intende per mobbing orizzontale?

Si parla di mobbing orizzontale quando gli atteggiamenti offensivi, vengono messi in atto da uno o più colleghi, che sono posti sullo stesso livello lavorativo della vittima.

Come si fa a dimostrare il mobbing? Gli elementi costitutivi

Se sei una vittima di mobbing e vuoi sapere come si fa a dimostrarlo, ci sono una serie di elementi costitutivi come riportato dalla Cassazione Civile Lavoro n. 17698/ 2014:

  • Comportamenti illeciti: la cosa più importante è poter dimostrare che i comportamenti illeciti, non siano isolati ma ripetuti in modo continuo nel tempo, come ad esempio rimproveri non giustificati, umiliazioni e critiche. Per poter portare avanti la pratica legale, sarà necessario dimostrare il tutto con delle testimonianze.
  • Danni alla salute fisica e/o mentale: le perizie mediche, dovranno essere in grado di dimostrare i danni subiti, come ad esempio la perdita di autostima e forte stress.
  • Rapporto diretto tra i comportamenti ostili e i danni subiti: questo serve per fare in modo che che il danno subito sia una causa della condotta del datore di lavoro. 

Per far sì che la vittima possa procedere con una denuncia per mobbing, è di fondamentale importanza, riuscire a dimostrare tutta quella serie di atteggiamenti vessatori tramite:

  • Testimonianze di colleghi;
  • Registrazioni delle conversazioni tra il datore e il lavoratore – in quanto se effettuate rispetto dei limiti – non rappresentano una minaccia per la privacy nei confronti di chi è inconsapevolmente registrato;
  • EMail, SMS oppure lettere tra la vittima e l’autore del mobbing.

Per far sì che una causa per mobbing venga vinta, è necessario essere in possesso di prove impugnabili. Nel caso in cui il datore di lavoro in giudizio non si costituisse – è molto probabile visto che tenderà a difendersi –  nonostante le prove impugnabili, non si avrà comunque la certezza di vincere la causa.

Con questo articolo, speriamo di essere stati chiari ed esaustivi nella risposta riguardo a quando è mobbing sul lavoro

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