Contributo IVS: tutto ciò che ti serve sapere

Avete ricevuto la vostra busta paga e vi trovate nelle voci un prelievo con dicitura “contributo IVS” operato dall’INPS?

Allora cerchiamo insieme di capire di cosa si tratta, come avviene il prelievo e perché dobbiamo obbligatoriamente pagare il contributo IVS.

Contributo IVS Inps: cos’è?

Invalidità, vecchiaia e superstiti, questo è l’acronimo di IVS, illustra esattamente le attività dell’ente e il motivo per cui è stato istituito. Questo contributo, infatti, si fa carico delle spese dell’Istituto di previdenza sociale nel caso in cui il dipendente sia disabile, anziano o deceduto, in modo da assistere i superstiti. Per capire cos’è il contributo IVS, bisogna innanzitutto capire cosa sono i contributi previdenziali in generale. È inoltre importante riconoscere che ci sono anche alcune cause di cessazione del rapporto di lavoro a cui si rivolge l’IVS Inps.

L’Inps determina l’importo dei pagamenti previdenziali sulla base di una serie di pagamenti, non solo dell’IVS. Infatti, DS, CIG e indennità di malattia sono solo alcuni dei pagamenti che concorrono alla determinazione del tasso.

Il contributo ivs è obbligatorio?

Si, come tutti i contributi, anche il contributo IVS è obbligatorio, anche per questo viene prelevato automaticamente dalle buste paga e viene versato dal datore di lavoro mentre versa i contributi che ogni mese versa allo stato.

Chi paga il contributo IVS?

Tutti i lavoratori dipendenti del settore privato, gli apprendisti, gli artigiani e i commercianti devono pagare la quota INPS della Gestione Separata.

Tra gli altri contribuenti vi sono gli agricoltori (mezzadri, coloni e coltivatori diretti), nonché i giornalisti iscritti all’Inpgi e gli artisti dello spettacolo.

I dipendenti pubblici sono tra le poche categorie che non sono tenute a corrispondere il contributo IVS, così come i dipendenti INPS. Il datore di lavoro tratterrà direttamente il contributo IVS dalla busta paga del dipendente.

Come viene calcolato il contributo IVS?

L’aliquota contributiva IVS Inps non è fissa e varia a seconda di alcuni fattori, dal 24% al 34%.

Diverse persone sono soggette al pagamento del contributo IVS all’Inps perché ci sono molte tipologie di lavoratori. L’aliquota viene calcolata sul reddito imponibile per determinare la percentuale dei contributi IVS. Le inadempienze contributive devono essere sanate se non vengono pagate, così come le altre dovute all’Inps.

Quali fattori possono incidere sull’calcolo dell’aliquota per determinare il contributo IVS? Oltre al fatto che i contributi IVS si basano sulla quantità di vino venduto, diversi altri fattori possono influenzare l’aliquota, tra cui:

  • Tipo di Lavoro;
  • Dimensioni azienda e fatturato;
  • Reddito personale del dipendente;
  • Età e residenza geografica

Quando gli incentivi all’assunzione comportano benefici contributivi a cui si ha diritto, di solito l’aliquota contributiva viene ridotta direttamente per fornire uno sgravio sia al datore di lavoro che al dipendente.

I dipendenti devono pagare ⅓ del costo della loro assicurazione medica, mentre i loro datori di lavoro devono sostenere ⅔ del costo (dipendenti occasionali, lavoratori a progetto, venditori porta a porta). I pensionati o altri beneficiari della previdenza sociale che pagano il 24% contribuiscono con un ulteriore 0,72% per l’IVA, per un totale del 25%.

Gli artigiani, i commercianti e i loro collaboratori che devono pagare i contributi IVS ai sensi della Legge 443/1985 hanno ancora metodi di calcolo diversi. Sono tenuti al versamento del contributo IVS anche i parenti che lavorano in azienda in modo continuativo e prevalente a partire dal 3° grado. Ulteriori obblighi riguardano il versamento del contributo IVS da parte dei soci di società.

Il reddito IRPEF dichiarato nella dichiarazione dei redditi viene utilizzato per calcolare l’importo del contributo IVS, che non può essere superiore o inferiore al reddito massimo e minimo rivalutato ogni anno dall’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale. Se un artigiano o un commerciante guadagna meno della soglia prevista annualmente dall’INPS, deve comunque pagare il contributo fisso IVS.

Quante volte si paga il contributo IVS?

I moduli F24 sono utilizzati per pagare i contributi IVS in quattro rate annuali obbligatorie:

I RATA: 16 maggio
II RATA: 22 agosto
III RATA: 16 novembre
IV RATA: 16 febbraio (Dell’anno dopo ma calcolato sull’anno precedente)

Ovviamente se sei un dipendente non dovrai versare nulla ma ci penserà il tuo datore di lavoro per te, dovendo lui compensare anche una parte di questi contributi IVS.

Cosa significa esonero IVS in busta paga?

L’articolo 1, comma 121, della Legge 30 dicembre 2021, n. 234 (nota come “Legge di Bilancio per il 2022”, cfr. Suggerimento n. 16/2022) ha previsto che la quota di contributi previdenziali per invalidità, invecchiamento e superstiti a carico del lavoratore sia ridotta di 0,8 punti percentuali nel 2022 se la sua retribuzione imponibile, variabile di mese in mese per 13 mensilità, non è superiore a 2.692 euro, aumentata di un’ulteriore mensilità di dicembre. L’INPS, con la Circolare n. 43/2022, ha chiarito che la misura non è da considerarsi un aiuto di Stato, e quindi non necessita dell’approvazione della Commissione Europea, e ha spiegato come i lavoratori e i datori di lavoro possono beneficiare dell’esenzione, nonché come i datori di lavoro devono calcolarla.

Mancato pagamento e prescrizione contributi IVS

Essere sorpresi a non pagare i contributi previdenziali può comportare un reato minore, soggetto a una multa a seconda della durata del ritardo e dell’importanza del caso. Se il datore di lavoro non assume regolarmente e permette il lavoro in nero, sarà chiamato a rispondere di fronte alla legge per colpa grave.

Per la prescrizione dei contributi IVS invece, entro cinque anni (art. 3, comma 9, L. n. 335/1995), il pagamento dei contributi IVS è obbligatorio. Il termine decorre dall’ultimo giorno in cui il contribuente poteva pagare i contributi, cioè dal giorno in cui avrebbe dovuto versare il saldo.

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