Lavorare all’estero mentre si aspetta la cittadinanza

Si può lavorare all’estero mentre si aspetta la cittadinanza italiana? E se invece si prende il Reddito di Cittadinanza e si è già cittadini italiani? Scopriamo insieme la risposta a queste domande nella guida. 

I cittadini extracomunitari che hanno un permesso di soggiorno in Italia, o in un paese dell’Unione Europea, in alcune occasioni sono assimilati ai cittadini europei; quindi, hanno alcuni diritti, tra cui quelli di libero spostamento negli stati UE e di possibilità d’impiego. 

Ma come funziona quando si è fatta la domanda per richiedere la cittadinanza italiana? Ci si può ancora spostare oppure è necessario rimanere nel paese dove si è inoltrata la richiesta. Ecco alcuni suggerimenti. 

Lavorare all’estero mentre si aspetta la cittadinanza: come spostarsi?

Se si può lavorare all’estero mentre si aspetta la cittadinanza, ce lo dice la Direttiva 2003/109/CE, che ci conferma che i cittadini extracomunitari che sono in possesso di un permesso di soggiorno UE per soggiorni di lungo periodo possono scegliere di viaggiare e in alcuni casi anche lavorare in altri paesi, a patto che lo si faccia in periodi limitati

In caso di necessità, dunque, per trovare condizioni lavorative migliori è necessario però prevedere solo un trasferimento di breve periodo, non più di sei mesi. Altrimenti, non sarà possibile poi concretizzare la richiesta di cittadinanza, che richiede come residenza principale quella nel paese in cui si è effettuata la domanda. 

Se si hanno periodi in cui in Italia si è senza lavoro comunque in caso di poche risorse economiche, potrai iniziare a risparmiare 100€ al mese per accumulare il capitale sufficiente a coprire le spese vive.

Come funziona il lavoro all’estero con il Permesso di Soggiorno UE 

Chi possiede un permesso di soggiorno UE può richiedere un impiego sia nello Stato in cui risiede sia in un altro paese che appartiene all’Unione Europea. L’importante è procedere con una richiesta di autorizzazione al lavoro nel paese e verificare preventivamente quali sono le regole interne dello Stato. 

Infatti, bisogna controllare che il paese di destinazione non richieda altre autorizzazioni per vivere nel paese. L’Ufficio Stranieri o l’Autorità Consolare del paese di destinazione permette di ottenere informazioni in merito alle autorizzazioni e ai permessi per lavorare. Quindi bisogna sempre far riferimento alle norme interne dei paesi membri. 

Permesso di soggiorno italiano e lavoro all’estero 

Chi è titolare di un permesso di soggiorno italiano, che non sia un permesso UE, non può trasferirsi in un altro Stato. Infatti, i titolari di permesso di soggiorno non UE, possono muoversi nell’area Schengen con un visto ma solo per turismo e per 90 giorni. Per poter restare oltre i 90 giorni e lavorare in un altro paese bisognerà richiedere un nuovo permesso di soggiorno relativo allo Stato in cui si vuole rimanere. 

In alcuni paesi, si può anche rimanere oltre i 90 giorni per lavorare, a patto che si ottenga dalla Prefettura o autorità locali, un nulla osta con permesso di lavoro. 

Reddito di cittadinanza lavoro estero: come funziona? 

Reddito di cittadinanza e lavoro all’estero, non si sposano affatto. Chi è già residente e cittadino italiano e l’indennità, non è possibile trasferirsi all’estero.

Infatti, il Reddito di Cittadinanza prevede impegno attivo per riuscire a reintegrarsi nel mondo del lavoro in Italia, e richiede che ci si presenti nei Centri per l’Impiego per eventuali corsi, richieste e colloqui. 

Dunque, non è possibile in alcun modo lavorare all’estero quando si percepisce il reddito di cittadinanza. Al contrario, è possibile muoversi all’estero per qualche giorno per le vacanze. Non solo, ci si può recare fuori dal paese per cercare lavoro in un’altra nazione europea o extra-europea a patto di soddisfare determinate condizioni.

L’impegno attivo, si concretizza nella ricerca di lavoro presso i centri per l’impiego, che implica una presenza costante sul territorio italiano. Un’assenza prolungata (come quella di una ricerca di lavoro fuori dal Bel Paese), farebbe suscitare dei dubbi, con annessi controlli, fino all’eventuale sospensione dell’indennità.

L’importante è che dopo aver trovato all’estero, l’impiego si invii una comunicazione per sospendere il ricevimento del corrispettivo previsto dal Reddito di Cittadinanza. 

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